martedì 20 ottobre 2009

Come Quando Fuori Piove


Fuori pioggia.Cielo grigio sopra un panorama di città. Tante case grandi, con tanti balconi,con tante antenne, con tanti colori. Case grandi e cielo grigio sopra. I rami degli alberi ancora verde estate si muovo veloci coscienti che presto si tingeranno di autunno. Persone che si rannicchiano dentro le giacche, come tartarughe con la testa immersa fino al naso nel guscio di stoffa.

E tu di là dal vetro, calzettoni bruttissimi di lana, felpazza dei pearl jam, facce simpatiche al tuo fianco, un libro davanti, jack johnson nelle orecchie e una tazza di the fumante nelle mani.

Per tutto il resto c'è mastercard.

domenica 18 ottobre 2009

por que?

Dato che sono al piercing numero due, stanotte non riuscivo ad addormentarmi perchè pensavo...perchè uno si fa un piercing?non lo sò mi sono venute in mente mille risposte...moda, trasgressione?sinceramente non lo sò ma se penso a me mi viena da compararlo ad un taglio di capelli. Perchè uno una mattina si sveglia, và dal parrucchire e torna con i capelli biondi,rossi, corti, ricci?perchè gli piace. Perchè uno una mattina và nel barrio gotico e torna con la lingua bucata?perchè gli piace?Poi non sò se è così...perchè intorno all'argomento bucamenti e tatuamenti c'è un alone di ommidddio non si fa. però boh che cos'è di diverso da un taglio di capelli, da un vestito nuovo,da un nuovo colore di smalto?
Non sò neanche io se sono totalmente daccordo con questa mia tesi...secondo me neanche la maim sarà della stessa opinione:P

giovedì 15 ottobre 2009


Oggi rileggere queste righe mi ha parlato di una Kuni passata, mi ha riportato all'esatto momento in cui a queste parole mi ero attaccata. E mi ha fatto pensare a lei, cara lettrice fedele, con il pensiero e le budella un pò ingarbugliate.


"anche se mi sforzo, mi viene solo in mente quella storia dei fiumi, se proprio voglio trovare qualcosa che mi faccia digerire tutta questa faccenda, finisco per pensare ai fiumi, e al fatto che si son messi lì a studiarli perchè giustamente non gli tornava 'sta storia che un fiume, dovendo arrivare al mare, ci metta tutto quel tempo, cioè scelga, deliberatamente, di fare un sacco di curve, invece di puntare dritto allo scopo, devi ammettere che c'è qualcosa di assurdo, ed è esattamente quello che pensarono anche loro, c'è qualcosa di assurdo in tutte quelle curve, e così si son messi a studiare la faccenda e quello che hanno scoperto alla fine, c'è da non crederci, è che qualsiasi fiume, proprio qualsiasi fiume, prima di arrivare al mare fa esattamente una strada tre volte più lunga di quella che farebbe se andasse dritto, sbalorditivo se ci pensi, ci mette tre volte tanto quello che sarebbe necessario, e tutto a furia di curve, appunto, solo con questo stratagemma delle curve, e non questo fiume o quello, ma tutti i fiumi, come se fosse una cosa obbligatoria, una specie di regola uguale per tutti, che è una cosa da non credere, veramente, pazzesca, ma è quello che hanno scoperto con scientifica sicurezza a forza di studiare i fiumi, tutti i fiumi, hanno scoperto che non sono matti, è la loro natura di fiumi che li obbliga a quel girovagare continuo, e perfino esatto, tanto che tutti, e dico tutti, alla fine, navigano per una strada tre volte più lunga del necessario, anzi per essere esatti, tre volte virgola quattordici, giuro, il famoso pi greco, non ci volevo credere, in effetti, ma pare che sia proprio così, devi prendere la loro distanza dal mare, moltiplicarla per pi greco e hai la lunghezza della strada che effettivamente fanno, il che, ho pensato, è una gran figata, perchè, ho pensato, c'è una regola per loro vuoi che non ci sia per noi, voglio dire, il meno che ti puoi aspettare è che anche per noi sia più o meno lo stesso, e che tutto questo sbandare da una parte e dall'altra, come se fossimo matti, o peggio smarriti, in realtà è il nostro modo di andare diritti, modo scientificamente esatto, e per così dire già preordinato, benchè indubbiamente simile a una sequenza disordinata di errori, o ripensamenti, ma solo in apparenza perchè in realtà è semplicemente il nostro modo di andare dove dobbiamo andare, il modo che è specificatamente nostro, la nostra natura, per così dire, cosa volevo dire?, quella storia dei fiumi, si, è una storia che se ci pensi è rassicurante, tanto che ho deciso di crederci."

martedì 13 ottobre 2009

lo que quiero y no quiero de Barça


Mi piace perdermi a Barcellona. Perchè se c'è una cosa fissa di questa città è che quando ti perdi, trovi un negozio spettacolare. O una piazzetta che se sapessi suonare la chitarra la suoneresti lì. O un qualcosa da mangiare buono che costa poco. E poi, magicamente ti ritrovi.

Mi piace guardare la gente sulla metropolitana. Quelli che ricevono un messaggio, lo leggono e sorridono. Sorrido anche io. Quelli che muovono la testa a ritmo del loro I-pod. Quelli che guardano fuori dal finestrino. E fuori dal finestrino della metro non c'è proprio niente da guardare. Due amiche che parlano a voce bassa, un signore che legge un libro, quella mamma e quel papà giovani che guardano dentro il passeggino e poi si guardano...

Non mi piacciono i turisti italiani. Un buon 50% è composto da baldi giovani con l'ormone ben visibile, una birra in mano e parole stupide in bocca. E fisso ancora prima che parlino li riconosci dai vestiti. Un 30% composto da famiglie/coppie uscite per la prima volta da Torre Annunziata..."CIUSSSEPPEEE!!! CIUSSSEE'''??!! VEDI CHE LA METROBOLITANA QUI LA DOBBIAMO PIGLIARE" Sono ottimista sul restante 20% di italiani che non mi fa venire voglia di rinnegare la mia madre patria.

Mi piace la città di notte perchè è più tua. E perchè di notte si è più tranquilli.

Mi piace il mare con i grattaceli dietro.Mi piace il mare ad ottobre. Mi piace il mare vicino.

Non mi piace il catalano. E' come se a Napoli parlassero uèèèè iammebell all'università. Se lo sapessi dire glielo direi "oh ziocà la vostra lingua fa cagareeeeee" è che lo ziocà non lo riesco a tradurre allora sto zitta:)

Mi piace l'università, come è concepita, libera e scelta,si vede da come tutti ti trattano, non come se il fatto di essere studente e quindi in via di apprendimento fosse una colpa mortale. Mi piace il fatto che i prof siano giovani e contenti di insegnare, diponibili ad aiutarti.Puoi anche dargli del tu e chiamarli per nome. In Italia è quasi una blasfemia.

Non mi piace sentirmi lontana da casa, non mi piacciono i momenti in cui tutto mi manca. Anche se sò che questa è una cosa positiva. Ma non mi piace quel sentimento di boh...perdita.

Non mi piace quando la Simply numero uno si esibisce in tutta la sua simplycità. Ci sarebbe troppo da dire su questo argomento. Piccole cose. Ma ormai l'abbiamo capito che le piccole cose contano.

Mi piacciono alcune belle faccie che sto iniziando a conoscere, nonostante tutti i problemi di comunicazione...ma una faccia buona è international. Mi piace iniziare a raccontagli un pò di me un pò in iglish un pò in spanitalian e vedere che alla fine ci si capisce lo stesso. Mi piace tornare a casa e andarle a salutare queste faccie nuove.

Mi piace fare le lavatrici e quel brivido di paura che le accompagna. Chissà se tutto uscirà dello stesso colore...

Mi piacciono le foto in camera mia che mi strappano sempre un "cioccà" con il sorriso. e nei momenti di sconfort mi fanno apparecchiare.

Non mi piacciono le persone che tutti giorni è una festa per forza, è un casino per forza, è un troieggiamento per forza, è una birra per forza, solo perchè si è in erasmus, solo perchè bisogna fare i pesi.

Mi piace la rinascita del mio amico Scar Tissue in questa città :)


Per adesso la chiudo qua...To be continued...

Adios

Kuni(la Madera)

lunedì 12 ottobre 2009

can't you see that it's just raining?Ain't no need to go outside...


Mi sveglio con l'esatta sensazione provata per tante mattine in cinque anni di liceo. Quella che apri gli occhi e sai benissimo che fra tre minuti suonerà la sveglia e dovrai tirare su il culo. Quella che sai benissimo che dovrai lasciare il tepore del piumone e l'inconsapevolezza del sonno. Contare fino a tre e strapparti le coperte di dosso, come una ceretta. Appoggiare il piede sul pavimento congelato, perchè fisso non le trovi le pantofole al primo colpo, e trascinarti verso il bagno. E le mattine peggiori sono quelle che alla pigrizia innata si aggiunge lo sbattimento mondiale. Sbattimento perchè dopo i primi secondi di rincoglionimento ti rendi conto che ti devi alzare e fare "quello", quello che piuttosto che farlo voteresti Berlusconi. Quello che può essere un pensiero che ti insegue e non ti lascia in pace, quello può essere non volere vedere una persona, quello che può essere sentirsi costretta a stare sei ore su un banco e saper esattamente invece dove si vorrebbe stare, quello che può essere un esame, quello che può essere alzarti e sapere di trovare tua madre arrabbiata, quello che può essere dover salutare qualcuno che non sai bene quando rivedrai, quello che può essere sapere che hai fatto un bel casino.

Quello che al liceo era cazzo oggi la Tubini interroga e io non ho aperto libro che cogliona che sono.

Quello che oggi è cazzo è il compleanno di due persone importanti e il mondo intorno a me non lo sà.