sabato 26 dicembre 2009

Alessandro Baricco - Emmaus -

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Così mentre ci insegnavano la retta via, noi già eravamo ragnatele di sentieri, e ovunque era la nostra meta.
Ci hanno taciuto che era così difficile.
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domenica 13 dicembre 2009

"Viaggiare! Perdere paesi! Essere altro costantemente perché l’anima non abbia radici!…"


Vorrei provare a descrivere quell’esatta sensazione provata guardando fuori da un finestrino, guardando il mondo che scappava dalle nostre ruote, dalle ruote di una pegeot 308 con il tetto più fico del mondo, cielo a destra cielo a sinistra cielo davanti cielo sopra! Quell’esatta sensazione provata guardando la strada davanti, immancabile metafora della vita. Andare, non si sà bene dove, spesso troppo occupati a pensare alla meta che ci si scorda di godersi il viaggio. E i compagni di viaggio. Quella sensazione fatta di tante piccole cose: adrenalina per il nuovo che ti aspetta,adrenalina che ti fa ridere cantare ballare, qualcosa di molto simile alla felicità, felicità di essere qui adesso, felicità di essere qui adesso con queste persone, una valigia di emozioni date da sorrisi a cui vuoi già bene, date dall’avventura di dormire in un campo, dalla combinazione vodka+cioccolata, dal condividere cose che non pensavi di condividere, da un panino con i pomodori, da un abbraccio di cui riconosci il profumo, da un freddo di cui non ti importa,date dall’urlare fuori le tue domande a una notte umida, dallo scoprire il bello dentro le persone, dal sole sul tuo viso, dal cambiare idea, cambiare idea che ti fa sentire diversa, cambiare idea che ti fa un pò paura, da una chitarra che suona, dal rumore di un onda dell’oceano, da un caffe e latte nel paese più sperduto del mondo, da una cicogna che impara a volare, date da un paesaggio malinconico che ti porta lontano e poi di nuovo vicino e di nuovo lontano…lontano da altre persone che si fanno mancare...

(“sembra quasi la felicità, sembra quasi l’anima che vail sogno che si mischia alla realtàpuoi scambiarla per tristezza ma e’ solo l’anima che sache anche il dolore servirà…”)

Insomma vorrei provare a descriverla quella sensazione che però mi rimane bloccata tra le mie mani e la tastiera, incastrata in una serie di lettere in fila...