venerdì 31 dicembre 2010

Viceversa

Tengo miedo de verte
necesidad de verte
esperanza de verte
desazones de verte
tengo ganas de hallarte
preocupación de hallarte
certidumbre de hallarte
pobres dudas de hallarte
tengo urgencia de oírte
alegría de oírte
buena suerte de oírte
y temores de oirte
o sea
resumiendo
estoy jodido
y radiante
quizá más lo primero
que lo segundo
y también
viceversa.

giovedì 9 dicembre 2010

Sucede que me canso de ser hombre.
Sucede que entro en las sastrerías y en los cines
marchito, impenetrable, como un cisne de fieltro
Navegando en un agua de origen y ceniza.


El olor de las peluquerías me hace llorar a gritos.
Sólo quiero un descanso de piedras o de lana,
sólo quiero no ver establecimientos ni jardines,
ni mercaderías, ni anteojos, ni ascensores.

Sucede que me canso de mis pies y mis uñas
y mi pelo y mi sombra.
Sucede que me canso de ser hombre.

Sin embargo sería delicioso
asustar a un notario con un lirio cortado
o dar muerte a una monja con un golpe de oreja.
Sería bello
ir por las calles con un cuchillo verde
y dando gritos hasta morir de frío

No quiero seguir siendo raíz en las tinieblas,
vacilante, extendido, tiritando de sueño,
hacia abajo, en las tapias mojadas de la tierra,
absorbiendo y pensando, comiendo cada día.

No quiero para mí tantas desgracias.
No quiero continuar de raíz y de tumba,
de subterráneo solo, de bodega con muertos
ateridos, muriéndome de pena.

Por eso el día lunes arde como el petróleo
cuando me ve llegar con mi cara de cárcel,
y aúlla en su transcurso como una rueda herida,
y da pasos de sangre caliente hacia la noche.

Y me empuja a ciertos rincones, a ciertas casas húmedas,
a hospitales donde los huesos salen por la ventana,
a ciertas zapaterías con olor a vinagre,
a calles espantosas como grietas.

Hay pájaros de color de azufre y horribles intestinos
colgando de las puertas de las casas que odio,
hay dentaduras olvidadas en una cafetera,
hay espejos
que debieran haber llorado de vergüenza y espanto,
hay paraguas en todas partes, y venenos, y ombligos.
Yo paseo con calma, con ojos, con zapatos,
con furia, con olvido,
paso, cruzo oficinas y tiendas de ortopedia,
y patios donde hay ropas colgadas de un alambre:
calzoncillos, toallas y camisas que lloran
lentas lágrimas sucias.

sabato 20 novembre 2010

Tutte le lettere d'amore

Tutte le lettere d'amore sono
ridicole.
Non sarebbero lettere d'amore se non fossero
ridicole.

Anch'io ho scritto ai miei tempi lettere d'amore,
come le altre
ridicole.

Le lettere d'amore, se c'è l'amore,
devono essere
ridicole.

Ma dopo tutto
solo coloro che non hanno mai scritto
lettere d'amore
sono
ridicoli.

Magari fosse ancora il tempo in cui scrivevo
senza accormermene
lettere d'amore
ridicole.

La verità è che oggi
sono i miei ricordi
di quelle lettere
a essere ridicoli.

(Tutte le parole sdrucciole,
come tutti i sentimenti sdruccioli,
sono naturalmente,
ridicole).

lunedì 8 novembre 2010

lunedì 18 ottobre 2010

Non ci sono più le mezze stagioni.

Con questo grigio generale ti sembra che potresti stare chiuso in casa più o meno per sempre. Datemi un camion di film e una sbadilata di libri e io sto qua. Non mi muovo. Non rompo a nessuno.
Ah magari una tazza fumante e una coperta, poi davvero non dico più niente.
Che lo sò che è il cambio di stagione che va superato. Quando ci abitueremo ad avere quattro strati di vestiti addosso ed il fumo che esce fuori dalla bocca sarà fatta.
Si tratta solo di accettare il cambiamento.
A maggio la stessa storia, anche se si va verso il tempo degli infradito e dell'ascella pezzata. I maglioni e i termosifoni mi sembrano di gran lunga preferibili.
Solo che al posto di questo eterno tepore, si ha quella vaga agitazione di origine sconosciuta che tormenta la giornata. Tu chiamala se vuoi, inquietudine. Ma poi, arrivato giugno, è tutta una discesa.

Forse è questo continuo cambiare di ciò che ci sta intorno che ci fa credere che non ci sia niente di fermo, ma che in fondo tutto ritorna.
Io per pigrizia voterei per un mese eterno.

Allora?
Beh aspettiamo la neve, il natale e la pubblicità dei panettoni. Il resto sarà un gioco da ragazzi.

venerdì 15 ottobre 2010

Abendbrot


A volte si vorrebbe dire qualcosa.
Allora apri un quaderno nuovo quasi mai usato. Niente.
Allora apri una pagina virtuale dove è da tanto che non scrivi.
Fissi il bianco
e quel qualcosa che ti era sembrato di riconoscere, di toccare, di capire
già non ha parole.
Solo rimane una spina nello stomaco
il buio fuori perché è autunno
e la cena quasi pronta.

lunedì 5 aprile 2010

...and miss her when she's not here.

"You may not be her first, her last, or her only. She loved before she may love again. But if she loves you now, what else matters? She's not perfect - you aren't either, and the two of you may never be perfect together but if she can make you laugh, cause you to think twice, and admit to being human and making mistakes, hold onto her and give her the most you can. She may not be thinking about you every second of the day, but she will give you a part of her that she knows you can break - her heart. So don't hurt her, don't change her, don't analyze and don't expect more than she can give. Smile when she makes you happy, let her know when she makes you mad, and miss her when she's not there."

martedì 9 marzo 2010

eh.


E dopotutto ci sono tante consolazioni! C’è l’alto cielo azzurro, limpido e sereno, in cui fluttuano sempre nuvole imperfette... E, alla fine, arrivano sempre i ricordi,con le loro nostalgie e la loro speranza,e un sorriso di magia alla finestra del mondo,quello che vorremmo, bussando alla porta di quello che siamo.